(detto
fra' Giorgio). Ecclesiastico e uomo politico ungherese. Figlio di
un nobile croato e di una veneziana, abbandonò il cognome paterno,
Utješenovic, per assumere quello della madre. Entrato nell'ordine dei
Paolini, fu a capo dei conventi polacchi e ungheresi dell'ordine e divenne poi
vescovo di Grosswardein. Su disposizione testamentaria del re d'Ungheria,
Giovanni Szápolyai, nel 1540 assunse la tutela dell'infante Giovanni
Sigismondo e della regina Isabella. Si destreggiò abilmente nella lotta
tra Ferdinando d'Asburgo e il sultano ottomano, per impadronirsi dei territori
ungheresi appartenenti agli Szápolyai. Sapendo che Ferdinando avrebbe
cercato di far valere l'accordo stipulato nel 1538 con Giovanni
Szápolyai, secondo cui alla morte del re, che allora non aveva eredi
diretti, i territori sottoposti al suo dominio sarebbero passati agli Asburgo,
si rivolse al sultano per un aiuto immediato contro le pretese asburgiche. Nel
1542 organizzò il principato di Transilvania, facendosi poi eleggere
luogotenente reale, nonostante gli sforzi della regina Isabella di neutralizzare
la sua crescente influenza. Consapevole di non godere di molto credito presso la
corte ottomana e contrastato da Solimano II che nel 1548 lo ammonì di non
intralciare gli interessi di Isabella e di suo figlio,
M. cominciò
a tessere intrighi con Ferdinando d'Asburgo e nel 1551 costrinse la regina a
cedere all'arciduca d'Austria la Transilvania, in cambio di alcuni territori in
Slesia. La reazione dei Turchi lo convinse che Solimano avrebbe scatenato una
massiccia offensiva e, pertanto, tentò di proporsi come mediatore tra il
sultano e l'arciduca, sperando di conservare in tal modo il proprio potere sulla
Transilvania. La sua ambigua condotta indusse gli imperiali a credere che egli
avesse tradito la loro causa e il comandante delle truppe imperiali,
Giambattista Cataldo, autorizzato da Vienna, lo fece assassinare. Alcuni mesi
prima era stato nominato arcivescovo di Strigonia (Esztergom) e cardinale
(Kamičic, Croazia 1482 - Alvincz, Transilvania 1551).